Storia del trucco: il Vicino Oriente Antico

Conosci l’evoluzione del trucco nella storia? E i segreti di Cleopatra?

Molti, penserete, sono gli elementi che ci rendono lontanissime dagli usi e dai costumi di donne e ragazze vissute secoli addietro. Eppure gesti semplicissimi come pettinarsi, applicare un po’ di trucco sul viso, curare pelle e capelli sono ciò che più accomuna qualunque donna, in qualunque epoca storica essa sia vissuta.

Cosa hanno in comune Kim Kardashian e Cleopatra? Rihanna e la regina Artemisia di Caria? Una qualsiasi donna del XXI secolo e una fanciulla vissuta nel XII secolo? Indovinate un po’: a tutte piace il make-up.

L’origine del trucco è molto antica, più di quanto si possa pensare, e ha poco a che fare con quel senso di “superficialità” che talvolta tendiamo a affibiargli. Nasce infatti come un insieme di accorgimenti estetici atti a far risaltare il proprio corpo, spesso con funzione religiosa e culturale, più che puramente estetica. La storia del trucco, del make-up, della pura e semplice cura del corpo è costellata di trend, mode, esattamente come accade ancora oggi, di prodotti più o meno strani. Nel nostro viaggio vedremo prodotti davvero curiosi e pratiche piuttosto strane.

Qual è l’origine del trucco?

“Trucco” viene dal francese troque, ‘inganno’, mentre “cosmetica” deriva dal greco kosmetikòs, che a sua volta ha origine da kosmos, ‘ordine’. Il trucco è quindi uno strumento per “ingannare” l’occhio di chi ci guarda, dandoci un aspetto curato e armonioso, ordinato.

Iniziamo questo viaggio con i popoli del Vicino Oriente Antico. Nell’immaginario comune colleghiamo l’origine del trucco con l’Antico Egitto e soprattutto con la figura di Cleopatra, ma come vi ho anticipato la sua nascita è molto precedente. Già nella preistoria infatti dipingersi corpo e viso era una pratica frequente e anche maschile, soprattutto da parte dei guerrieri, e aveva valenza prettamente religiosa.

Bassorilievo assiro

Nell’antico Oriente il make-up assume anche valore estetico e di rappresentanza sociale, e oggi guarderemo in particolare Sumeri, Babilonesi e Assiri, vissuti nel III millennio a.C.

Valenza e caratteristiche del trucco orientale

Le fonti scritte, i ritrovamenti archeologici e le immagini provenienti dai templi ci introducono in un mondo in cui truccarsi e aver cura del proprio corpo è una attività praticamente quotidiana. Il trucco degli occhi riveste un’importanza particolare. Si usava un composto fatto di manganese e ferro disciolti in olio che aveva il nome di guḫlu. In sostanza corrisponde all’arabo kohl, di cui ha le stesse funzioni.

Con un bastoncino di legno intinto in questa sostanza, le donne applicavano il guḫlu attorno agli occhi, segnando una spessa linea leggermente allungata verso l’esterno sia sulla rima ciliare superiore che su quella inferiore. In questo modo gli occhi apparivano più grandi e intensi e al contempo lo sguardo diventava fonte di seduzione e di timore. Lo scopo era anche curativo, dato che le sostanze di cui era composto il guḫlu erano ottime contro le infezioni e per proteggere gli occhi dai raggi solari. Lo stesso composto veniva usato anche per le sopracciglia, che venivano unite al centro della fronte (ecco, forse questa pratica non ci accomuna con le donne sumere!) e la loro forma era piuttosto tondeggiante. Anche le labbra erano degne di attenzione tramite l’applicazione di una pasta di colore rosso, ottenuta dall’ematite, che veniva usata anche sulle guance.

Ecco come doveva apparire il trucco e il parrucco di una donna sumera
Ecco come doveva apparire il trucco e l’acconciatura di una donna sumera

Oltre al classico nero e grigio scuro del guḫlu, gli altri colori usati per adornare gli occhi erano il blu e il verde, ottenuti da minerali di rame. Per il viso invece si usavano il bianco dalla cenere di osso e il giallo ocra dalla goethite. Quest’ultimo veniva utilizzato probabilmente per dare riflessi dorati alla pelle. Ci ricorda quasi il trend estivo del blush giallo, vero?

Statua del funzionario sumero Shibum
Statua del funzionario sumero Shibum

La cura del corpo

Oltre al trucco, donne e uomini in Oriente davano grande importanza alla pulizia. Le tappe dei preparativi di bellezza sono riassunte nei testi relativi al mito del matrimonio sacro tra la dea Inanna e il dio pastore Dumuzi: 

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Ho fatto un bagno e mi sono lavata, […] mi sono strofinata con unguento […] ho truccato gli occhi con il kohl; ho reso lucenti sulla nuca i miei capelli scarmigliati.

La prima fase è quindi il lavaggio, all’interno di ampie stanze da bagno, che avveniva con acqua, oli e una soda ottenuta dalle ceneri di piante saponarie. Dopo di che il corpo veniva spalmato di olio, anche profumato, che serviva anche a proteggere il corpo dai raggi solari e dai forti venti. Per questo era una azione praticata non solo nelle classi sociali più alte, ma anche dai lavoratori. Gli uomini usavano questi stessi oli per ungere la barba, attentamente acconciata. Lo stesso procedimento interessava anche la chioma, sia maschile che femminile, che veniva lavata, unta di olio, pettinata e acconciata.

La regina sumera Pu-Abi. L'enorme copricapo proviene dalla sua tomba nella città di Ur, mentre il trucco è ricostruito sulla base delle immagini dell'epoca.
La regina sumera Pu-Abi. L’enorme copricapo proviene dalla sua tomba nella città di Ur, mentre il trucco è ricostruito sulla base delle immagini dell’epoca.

Il tutto si accompagnava ad un abbigliamento ricchissimo, con lunghe tuniche ricamate, mantelli colorati e vesti adornate da frange, profusione di gioielli e complessi copricapi e tiare.

Ricostruzione dell'abbigliamento assiro di varie classi sociali
Ricostruzione dell’abbigliamento assiro di varie classi sociali

Queste immagini vi hanno ispirato? Pronte a truccarvi il viso di ocra e a sfoggiare il monociglio? Forse no (chi lo sarebbe!), ma di sicuro abbiamo visto come, sin dalle sue origini, il make-up e la cura di sé abbiano rappresentato un tassello importante nella definizione dell’essere umano.

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